Valsabbia Hotel - Guida Turistica

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.: VALSABBIA HOTEL
 Quando si parla di Valsabbia dal punto di vista geografico, venendo dalla pianura ed addentrandosi verso le montagne, si intende essenzialmente quel territorio che va dalla stretta di Tormini sino alla trentina Val Giudicaria, a nord del lago d'Idro.
 L'identificazione è però sfumata, tanto che l'attuale ambito amministrativo della Comunità Montana comprende comuni assai popolosi ubicati ben prima di Tormini. Seguendo a ritroso il corso del Chiese, nella zona di Gavardo il pedemonte comincia a lasciare lo spazio alle prime montagne che si fanno più consistenti man mano si procede verso la valle storica.
 A Tormini, dove il fiume che in epoche remote scendeva verso la vasta conca del lago di Garda si è scavato a fatica l'attuale corso in un pertugio ristretto, la valle si apre verso il lago in un comodo passaggio che ha l'aspetto di un bel balcone paesaggistico che lungo il corso dei secoli ha permesso lo scambio dei commerci, della cultura e delle esperienze umane. Seguendo sempre in direzione della sorgente il corso del fiume, si incontra il cuore della valle.
 Il territorio che va da Vobarno sino a Ponte Caffaro si trasforma in un insieme di convalli segnate dallo scorrere veloce dei torrenti copiosi d'acqua. A destra e a sinistra si susseguono i monti intervallati verso la Valtrompia e la zona dell'alto Garda da una serie di passi più o meno comodi, attraverso i quali antichi percorsi hanno legato le popolazioni locali a quelle delle zone limitrofe ed anche a quelle più lontane. Man mano si procede verso nord, le cime si fanno più aspre ed il paesaggio più montano.
 La maestosa Corna Blacca con i suoi 2006 m. di altezza domina i borghi che fan corona a Vestone. Il lago d'Idro, specchio d'acqua ricco di bellezze e di utilità, chiude la valle verso il Trentino. Qui la terra delle Giudicarie si distingue dalla Valsabbia solamente per una convenzione amministrativa, poiché i caratteri fisici sono simili.
 Ed è proprio al termine del lago d'Idro che sulla sinistra si innesta la Valle del Caffaro. Incassata tra ripidi monti ha peculiarità tutte montane ed è valle nella più ampia valle, con il borgo di Bagolino ricco di storia e di tradizioni. Il Cornone del Blumone, che domina proprio l'alta valle del Caffaro con i suoi 2830 m., è la montagna più alta della Valsabbia e con le sue rocce anticipa il massiccio dell'Adamello.
 La Valsabbia ha avuto un ruolo significativo nel contesto del territorio provinciale: posta nella parte orientale della Lombardia, vicino al Veneto e al Trentino, aperta verso la pianura nella zona di Gavardo, comunicante con il lago di Garda a Tormini e poi, attraverso la Valvestino con Gargnano e Tignale porta verso il Trentino ed il mondo nordico, con numerosi ed agevoli passi verso la media ed alta Valtrompia, unita alla Valcamonica a Crocedomini, presenta una geografia che ha quasi invitato le popolazioni che hanno dimorato in queste terre nei secoli passati a muoversi ed a confrontarsi continuamente con altre popolazioni con culture diverse.
 Questa geografia ha favorito l'apertura umana, per cui il farsi progressivo delle locali comunità ha risentito dei molti influssi provenienti dai numerosi contatti esterni. Dovendo definire sinteticamente una caratteristica della Valsabbia, si potrebbe ben dire che è valle d'acqua, nel senso che l'abbondanza dei torrenti e la presenza del fiume Chiese sono state la condizione primaria su cui si è sviluppata l'economia valligiana.
 Infatti, da quando si hanno notizie certe, sicuramente dal periodo romano, sui numerosi corsi d'acqua sono sorte le prime fucine per la lavorazione del ferro estratto dalle viscere delle montagne della Valtrompia. Se l'acqua è stata la forza motrice per muovere i magli, la vastità delle selve ha permesso la corposa produzione di carbone quale elemento per la fusione del ferro.
 La natura, l'ingegno e la fatica degli uomini si sono così incontrati in una virtuosa sintesi che ha permesso una lunga storia di lavoro e di produzioni. La zona della Valsabbia è stata interessanta da insediamenti umani già in epoche remote. Non è possibile, in breve spazio, ripercorrere tutte le tappe del crescere della civiltà.
 Le popolazioni retiche hanno lasciato sicuri segni della loro presenza. I resti del villaggio posto sul dosso di Castel antico a Idro sono una notevole testimonianza di un insediamento urbano di tribù retiche, ma abitato, dopo la conquista romana, sino al terzo secolo dopo Cristo. Sono poi venuti i Cenomani che, provenendo dalla pianura, sono penetrati nella valle stanziandosi nelle zone più comode. Forse anche gli Etruschi con i loro commerci e con la loro avanzata civiltà si sono affacciati agli orizzonti valsabbini.